mercoledì 6 settembre 2017

Avvertite Minniti che è un ministro della Repubblica Italiana e non un agente segreto.


L' incontro tra il ministro degli interni Minniti e il gen. Haftar è stato da noi conosciuto solo perché la notizia è stata pubblicata dal sito dell' esercito non ufficiale guidato dal generale libico. La cosa non è affatto bella. Finora non ho sentito proteste o critiche per la segretezza che il governo italiano avrebbe voluto per l'incontro. 

Un episodio non insignificante la politica estera italiana, cioè di tutti noi, governo e governati.
Trovo incredibile che nessuno abbia finora criticato la volontà di tenere segreto l' incontro.

M.P.

da Repubblica.it


IL MINISTRO dell'Interno Marco Minniti ha incontrato a Bengasi il generale libico Khalifa Haftar, il capo della milizia che controlla buona parte della Cirenaica, la regione orientale della Libia. La notizia è stata data sull'account Facebook dell'esercito di Haftar ed è stata ripresa dal giornale on line Al Wasat, che rilancia anche una foto dei due uomini che si stringono la mano.

Secondo il sito, l'incontro si sarebbe tenuto lunedì sera nell'ufficio del capo della milizia libica, nella sede del comando generale nella zona di al-Rajmeh. Minniti era arrivato a Bengasi nel pomeriggio dall'Algeria, dove aveva incontrato il ministro degli Interni e quello degli Esteri. L'incontro in assoluto è il primo fra un uomo di governo italiano e il generale che in Libia è il principale rivale del presidente del consiglio di Tripoli, Fajez al Serraj. Negli scorsi mesi Minniti ha fatto diversi viaggi in Libia e ha incontrato, oltre ai ministri del governo Serraj, molti sindaci e capi di comunità locali, ma fino ad oggi non si era mai spinto in Cirenaica.

Nei mesi scorsi Haftar aveva sempre mantenuto un atteggiamento ostile con l'Italia, da lui accusata di sostenere con troppa energia il governo di Tripoli e soprattutto le milizie rivali di Misurata, la città in cui la Difesa italiana tiene aperto un ospedale da campo militare. L'Italia aveva schierato l'ospedale innanzitutto per assistere i combattenti di Misurata che la scorsa estate avevano attaccato i terroristi dell'Isis a Sirte e avevano poi liberato la città. Ma chiaramente la presenza dell'ospedale era anche una forma di "protezione" per Misurata nei confronti di una possibile aggressione della milizia di Haftar, che da mesi ha detto di voler marciare verso Ovest fino a conquistare Tripoli.

L'incontro con Haftar fra l'altro ha di sicuro un collegamento con la nuova fase nelle relazioni diplomatiche fra Italia ed Egitto: congelate per mesi per il caso Regeni. L'Italia non aveva accreditato un nuovo ambasciatore dopo aver richiamato per protesta Maurizio Massari e pur avendo nominato il successore (Giampaolo Cantini) non aveva avviato formalmente la procedura. Cosa che
è stata fatta in questi giorni, tanto che Cantini il 14 dovrebbe atterrare al Cairo. L'Egitto è il principale sponsor di Haftar e della sua "Libyan National Army", ed è probabile che l'Italia abbia avuto il sostegno egiziano nel creare questo primo incontro con il generale di Bengasi.

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