lunedì 16 novembre 2015

Dopo Parigi - Alcuni punti che i pacifisti dovrebbero tenere fermi, un inizio di dibattito

Alcuni punti fermi per una risposta immediata dei pacifisti.

1) Tenere sempre conto del diritto internazionale, materia insufficiente finora, soprattutto perché nel diritto non sono affrontate in modo adeguato terrorismo e guerre asimmetriche.
Però è assolutamente necessaria la guida ONU sulla coalizione internazionale e sul negoziato per la Siria.
Alla coalizione internazionale devono partecipare anche paesi Medio Orientali, Africani e Asiatici essendo il  terrorismo islamico presente anche in Asia e Africa.

2) L’ Arabia saudita non è islam moderato, no alla guerra in Yemen, no alla vendita di armi a paesi in guerra anche quando viene effettuata dai Brics.

3) I morti sono tutti uguali, il terrore in Occidente ci tocca di più perché siamo in Occidente, ma razionalmente dobbiamo dire che tutti i paesi sono uguali e molti paesi soffrono guerre e violenze per colpa dell’ Occidente.

4) I pacifisti non devono pensare e agire con compartimenti stagni: solo Palestina, solo curdi. Erdogan va bene contro Assad, male contro curdi, bene perché sostiene Hamas.

5) I pacifisti non devono impegnarsi solo in tempo di intervento  militare italiano o occidentale, è giusto e utile l’ impegno dei No War e con altri piccoli gruppi in questi ultimissimi anni.

6) C’è stato un fallimento totale delle guerre occidentali dall’ Afghanistan in poi e c’è necessità assoluta in queste del diritto internazionale che è mancato in Iraq e altrove.

7) Chiedere una inchiesta indipendente sulla strage nell’ ospedale di MsF a Kunduz, effettuata dalla Nato in una missione alla quale partecipa anche l’Italia.

8) Proseguire nella campagna No Nato


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