martedì 25 agosto 2015

1° Marcia antimilitarista Milano-Vicenza, 1967


Nel campo dell' attività pacifista la 1° marcia da Milano a Vicenza effettuata dal 25 luglio al 3 agosto 1967, con tappe intermedie a Vaprio d'Adda, Bergamo, Sarnico, Brescia, Desenzano, Peschiera, Verona, San Bonifacio, Arzignano – venne a costruire una delle esperienze più stimolanti , più dinamiche e fertili, ponendosi per molti aspetti – per qualità di partecipazione, di modalità di svolgimento, di temi dibattuti – come una iniziativa di grande originalità rispetto alle tradizionali manifestazioni per la pace.

I motti fondamentali della marcia erano :”Contro tutti gli eserciti”,”Per il riconoscimento dell' obiezione di coscienza”,”Per il disarmo universale”,”No alla Nato e al Patto di Varsavia”.

Una prima considerazione di rilevo emerse in relazione alle varie forze pacifiste invitate a parteciparvi, tra cui le federazioni dei partiti di sinistra e le corrispondenti federazioni giovanili: non una rispose, nemmeno in forma di adesione. Il fatto servì a lumeggiare ancora una volta il punto molto importante – e per i nonviolenti decisivo – della distinzione tra pacifismo integrale, strenuamente antimilitarista (pur patrimonio limpido del primo socialismo) e il pacifismo generico, condizionato, cui erano venute approdando le forze partitiche eredi ufficiali del socialismo originario – in una tale distorsione e dissipazione di quel patrimonio antimilitarista da potersi in buona pace definire socialisti ed essere filo atlantici, filo armate russe o filo atomiche cinesi......

 
…....Insieme con questa negativa riprova della incapacità degli apparati di vertice di qualsivoglia partito a intendere le urgenti esigenze di un serio pacifismo i – tutti com' erano perfettamente integrati nel sistema non importa se quali amministratori del regime o da privilegiati funzionali oppositori – venne peraltro dalla marcia un' altra, ma opposta alla prima conferma. L' estrema attenzione, l' entusiasmo spesso e anche la partecipazione con cui la gente avvicinata lungo il percorso rispose alla presenza dei marciatori, all' originalità dei loro modi di incontro e al loro invito alla discussione., fece testare con mano la grande disponibilità , insieme al bisogno, esistente negli starti più diversi della popolazione a intendere e condividere un orientamento di pace non mistificato e alienizzante fino alla giustificazione delle atomiche e dei massacri in nome delle ideologie, ma genuino e coerente, diretto e personale, di approccio seriamente umano.
 
Così non fu difficile, poiché addirittura richiesto, distribuire a decine di migliaia copie del più diverso materiale antimilitarista, così furono pronti taluni esponenti locali di partiti di sinistra, seppur a titolo personale e nell' imbarazzo per l' atteggiamento negativo dei loro organi ufficiali , a dimostrare la propria piena approvazione e di offrire solidarietà e aiuto; e le manifestazioni serali effettuate al termine di ogni tappa sotto forma di incontro dibattito , videro l' affluenza di un pubblico numerosissimo (“non si era mai vista da anni tanta gente per manifestazioni del genere”) in gran parte formato proprio da aderenti di base dei partiti di sinistra oltrechè d' altri partiti, in uno scambio e un rapporto affatto spontaneo, schietto e appassionato, liberato dalle forme e dai modi abusati di stampo insieme comiziesco e aulico, arido e spersonalizzato.
 
Questo della personalizzazione fu proprio l' elemento focale e vivificante della marcia. A cominciare dal personale sacrificio dei marciatori: un percorso di oltre 250 km in poco più di una settimana – a tappe dunque di 30-40 km il giorno – che metteva a prova, all' unisono, tensione ideale e abnegazione fisica (qualcuno diceva: è bello ritrovare questa unità di tutta la persona, far partecipare alla persuasione dell' animo anche il corpo. Fusi in una unica tensione: e col corpo far partecipe di questa tensione anche la natura attraversata): la gente che li vedeva marciare, sotto il sole cocente, incuranti di allungare vieppiù il percorso diramandosi a diffondere in ogni punto possibile i loro stampati e discutere con chiunque; o che la sera al termine della tappa, dopo una cena frugale e rapida, li trovava ancora pronti a dar vita – in lotta spesso con l' ostilità della polizia – ad un incontro animato con la popolazione, sottraendo ulteriori preziose energie e ore di sonno, non poteva non riconoscere in loro, sentendosi stimolata, una grande genuina persuasione e un impegno fermo e caldo, che esprimeva e realizzava in prima istanza non estranianti e poco costose posizioni ideologiche, ma valori personali sentiti e vissuti.
 
E ritrovando nei marciatori non la stereotipa “personalità” ufficiale, comiziante e distaccata, ma il semplice individuo di tutti i giorni – lo studente, l' operaio, l' insegnante, l' impiegato e sia pure il vagabondo, e uomo e donna – che invitava innanzi tutto a mettere a confronto le proprie esperienze e problemi personali, in un dialogo diretto in cui riusciva così spontaneo parlarsi con il tu, la gente finiva col riconoscervisi, identificarsi e accumunarsi a loro. Così vero ciò, che la sera in piazza, nel contatto aperto che veniva instaurandosi tra popolazione e marciatori, si dissipava anche il velo di prevenzione con cui sic riguardava una parte della carovana, quella del gruppo dei capelloni che della marcia fornivano una parte cospicua e pittoresca, e proprio i loro happenings”, le scene improvvisate di strada avevano la forza, dopo il dibattito pubblico serale, di trattenere attornio a sé la gente presente e di attirarne ancor più, toccata e presa da quello spettacolo gesti e parole così intensi e pur semplici, immediati e scavanti la coscienza, puri e appassionati......

mercoledì 19 agosto 2015

Curdi siriani e piano di pace

In occasione della Conferenza di pace per la Siria, Ginevra2, che si tenne in Svizzera nel gennaio 2014, la delegazione dei curdi siriani non fu ammessa ai colloqui ufficiali. Era comunque presente nella località dove si teneva il negoziato per seguire i lavori da vicino e per colloqui informali.

I curdi controllavano già territori fino ad allora governati da Damasco e li difendevano sia dall' Isis, AlNusra e "ribelli moderati", allora alleati, sia dall' esercito siriano. Dopo lo scontro con l' Isis per il controllo di Kobane la sua resistenza è conosciuta e sostenuta da molti attivisti europei che nel 2014 erano meno attenti ed  ora si parla di nuovo di negoziati di pace, anche se al momento poco chiari, con Russia, Iran e ONU che stanno lavorando in questa direzione.

Allora va chiesto con forza che i curdi siriani siano presenti ufficialmente ai colloqui preparatori e agli appuntamenti istituzionali. Questo sarebbe un passo simbolico rilevante, al momento sgradito a troppi attori coinvolti nel percorso di pace.

Ma sostenere questa battaglia diplomatica è più importante di cento azioni militari.

Marco Palombo

martedì 18 agosto 2015

Dissenso del Venezuela al CdS ONU sulla Siria

Il 17 agosto il Consiglio di Sicurezza dell' ONU ha parlato della crisi siriana. E' stato poi pubblicato un comunicato presidenziale del CdS, non una risoluzione, che affida nuovamente al suo incaricato De Mistura il compito di eseguire colloqui con le parti interessate e riferire tra 90 giorni al CdS sull' esito delle consultazioni.
Il comunicato presidenziale riprende le conclusioni di Ginevra2, la Conferenza di pace del gennaio 2014, compresa l' ambigua richiesta di un governo di transizione.
A questa richiesta si è opposto il rappresentante del Venezuela. Di seguito le frasi che spiegano il dissenso venezuelano rintracciate nel articolo delle Nazioni Unite che presenta il comunicato presidenziale. Al link è possibile leggere anche il comunicato presidenziale nella versione integrale.


Le représentant du Venezuela, M. Rafael Dario Ramirez Carreno, s’est dissocié des paragraphes de la Déclaration présidentielle qui, en violation de la souveraineté de la Syrie et du droit à l’autodétermination de son peuple, appelle les parties à mettre en place une autorité transitoire sans l’avis du Gouvernement actuel.  C’est une atteinte à la Charte des Nations Unies et un précédent très dangereux pour la paix et la sécurité internationales, a estimé le représentant, en fustigeant la partialité d’un Conseil de sécurité qui fait fi de l’avis du Président Bachar Al-Assad.  Aucune solution politique ne peut être trouvée sans la participation des autorités syriennes actuelles, a-t-il prévenu.  

lunedì 17 agosto 2015

Libia e Siria:Ferragosto rilancia ipotesi di interventi militari Nato

Nel fine settimana di Ferragosto sono aumentate le possibilità di interventi militari occidentali, quindi Nato probabilmente, in Siria e Libia nell' immediato futuro.

In Siria non mi convince affatto la notizia degli 80 civili uccisi in un bombardamento dell' aviazione siriana.

Prima del 15 agosto avevo spiegato ad una persona che segue la guerra siriana come in occasione delle maggiori festività ( Natale, Capodanno, 1 maggio, Ferragosto) siano abituali notizie "chok" relative a Damasco. "La strage del pane a Natale" del dicembre 2012, un comunicato ONU sui crimini di guerra del Ferragosto 2012, come la denuncia sulle torture nelle carceri di Damasco uscita il giorno dell' inizio dei negoziati di pace di Ginevra nel gennaio 2014, fanno pensare che rivelazioni ad orologeria siano una costante della tragedia siriana.

Un' altra costante è l' annuncio di stragi del governo siriano tutte le volte che si parla di negoziati di pace. Ed ora è "l'odiato" Iran che tenta una mediazione.

Ho addirittura il sospetto che i 50 morti nel Mediterraneo il giorno di Ferragosto abbiano fatto slittare l' annuncio di una "presunta" strage e ne abbiano comunque attutito l' effetto mediatico.

Infatti se la notizia degli 80 civili uccisi da un bombardamento dell' aviazione siriana fosse arrivata il 15 agosto, con le agenzie di stampa a ranghi ridotti e senza altre notizie forti, la risonanza mediatica sarebbe stata enormemente maggiore.

Comunque la mattina del 17 agosto si legge di nuovo di possibili interventi armati occidentali in Libia e di una strage compiuta dall' esercito siriano. Strage come al solito conosciuta per opera dell' Osservatorio di Londra, legato all' opposizione siriana e finanziato dall' Unione europea, come si leggeva , forse due anni fa, in una intervista su Avvenire al direttore della Onlus a firma di Sousan Dabbous.

sabato 15 agosto 2015

Siria,l'emergenza umanitaria arriva sui media.E' il momento di dire "No all' embargo Ue alla Siria"

La spaventosa emergenza umanitaria siriana è arrivata in modo massiccio sui media italiani. I numeri della crisi erano noti da tempo. 11 milioni di sfollati, quattro milioni di loro sono ospitati nei paesi vicini. Un terzo degli arrivi via mare in Europa nel 2015 è partito dalla Siria.

Ieri il Manifesto dedicava quasi interamente la sua terza pagina alla situazione umanitaria in Siria e all' arrivo in Grecia di migliaia di profughi siriani.

Oggi su La Stampa c'è un lunghissimo articolo del direttore Mario Calabresi, che, in vacanza in Grecia, racconta nella seconda e terza pagina del quotidiano l' arrivo sull' isola di Symi di intere famiglie della borghesia siriana dirette in Nord Europa per ricostruirsi una vita.

I telegiornali ogni giorno ci fanno vedere servizi dall' isola greca di Kos, con i profughi siriani che vivono una situazione di estremo disagio che sfocia spesso in risse ed anche in incidenti con la polizia greca.

Lucia Goracci sui Tg Rai quotidianamente racconta cosa succede al confine tra la Turchia e la Siria con profughi siriani che scappano dai "liberatori" dell' Isis.

Questa narrazione non si esaurirà nei giorni di ferragosto. Continuerà nelle prossime settimane. Allora dovremmo far uscire dalle piccole nicchie la richiesta di fine dell' embargo economico alla Siria da parte dell' Unione europea e la cessazione dell' appoggio italiano e dell' Ue alla guerra contro la Siria.

A cosa potrebbe servire opporsi all' embargo Ue alla Siria e alla guerra ? Bloccherebbe subito queste tragedie ?

La risposta è NO, ma una grande campagna in questa direzione preparerebbe un terreno più favorevole nelle prossime settimane alle stesse richieste e soprattutto

farebbe capire molti meccanismi sulle guerre, migrazioni, e ricatti economici che stanno devastando tutto il Medio oriente e il pianeta tutto.

venerdì 14 agosto 2015

Lavrov:lavoriamo insieme a Ue, Usa e stati arabi a unificare l'opposizione siriana moderata

L’obiettivo è far sì che questo passaggio avvenga quanto prima.

Mosca e i suoi partner arabi, insieme a Unione europea e Stati Uniti, cercano di promuovere l'unificazione di tutte le forze di opposizione moderate siriane. Lo ha annunciato il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov.
"In questi giorni siamo in stretto contatto con i partner tra i paesi del Golfo Arabico, con altre nazioni della regione e con i colleghi statunitensi per cercare — con il supporto dei partner dell'Unione europea — di far sì che le forze di opposizione in Siria si uniscano nel più breve tempo possibile", ha detto il capo della diplomazia russa durante un incontro con l'ex coordinatore del Comitato di coordinamento nazionale siriano per i cambiamenti democratici, Haytham Manna.    


Leggi tutto: http://it.sputniknews.com/mondo/20150814/959450.html#ixzz3indQxXXg

giovedì 13 agosto 2015

L'Iran illustra ad Assad il suo piano di pace per la guerra in Siria

Giovedì 12 agosto il ministro degli esteri iraniano Mohammad Jovad Zarif ha incontrato a Damasco il presidente siriano Assad. Nell' incontro, secondo Rainews24, avrebbero parlato di un piano di pace in quattro punti che l' Iran proporrà alle fazioni siriane in conflitto, questi i passaggi del percorso proposto:

-Cessate il fuoco

-Governo di unità nazionale

-Revisione della Costituzione

-Elezioni con osservatori internazionali


Il ministro iraniano ha definito positivo il colloquio. Ha poi spiegato che il piano vuole aiutare "il legittimo diritto del popolo siriano alle riforme e a decidere il proprio futuro" e che tutte le forze regionali devono unirsi per sconfiggere il terrorismo e il settarismo.
Il giorno precedente Zarif aveva incontrato a Beirut (Libano) il leader degli Hezbollah Hassan Nashrallah.

Intanto le forze siriane che gli Stati Uniti hanno armato ed addestrato, dichiarando che avrebbero dovuto combattere l' Isis, si sarebbero rifiutate di affrontare gli integralisti ed avrebbero affermato che il loro unico nemico è il governo siriano di Assad.

mercoledì 5 agosto 2015

No all' embargo alla Siria


Nel 2015 il 33% dei richiedenti asilo che arrivano in Europa proviene dalla Siria; la metà dei 22 milioni di siriani sono sfollati; di questi, 4 milioni sono ospitati nei paesi vicini: Giordania, Libano, Iraq, Turchia ed Egitto; più di 9 milioni di siriani hanno bisogno di assistenza e nel 2015 alcune centinaia di loro hanno perso la vita attraversando il Mediterraneo.

Nel frattempo l’ Unione Europea non riesce a trovare un accordo sull’ accoglienza di 40.000 profughi ma, senza alcun avvallo dalle Nazioni Unite, impone un ferreo blocco economico alla Siria, impedendo anche gli scambi più piccoli ed innocui, come l’ invio di offerte ai progetti di aiuto organizzati dai religiosi cristiani.

Tutto questo aumenta enormemente le sofferenze del popolo siriano già provato da quattro anni di guerra e con Damasco che nello stesso momento si deve difendere anche dalla ferocia dell’ Isis e dalla aggressività della Turchia. Per tutte queste ragioni  le monache trappiste nel paese hanno chiesto ancora una volta la fine delle sanzioni economiche alla Siria, “che uccidono la nostra gente” hanno sottolineato, invitando i cittadini europei a far propria questa richiesta ed a presentarla ai loro governanti.

Il Coordinamento nazionale per la pace in Siria, Siriapax, ha raccolto il loro invito ed ha scritto al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ed al Presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi chiedendo la fine dell’ embargo alla Siria e la ripresa delle relazioni diplomatiche con Damasco. E’ possibile leggere e sottoscrivere l’ appello sul sito del Coordinamento, Siriapax.org 


Grazie per l’ attenzione e per l’ eventuale vostro sostegno alla richiesta.

Marco Palombo