venerdì 7 novembre 2014

Un commento di Nella Ginatempo al mio pezzo sul 2007

Caro Marco, grazie per questa dettagliata ricostruzione. Mi hai fatto ricordare tante cose che avevo dimenticato.
Quali lezioni trarre da questa storia ? Come è stato possibile che un grande movimento si sia squagliato come neve al sole ? 

 E quello che si trae dalla tua ricostruzione è la tenacia di alcuni pezzi del movimento che cercano di riorganizzarsi e di continuare le iniziative nonostante la crisi politica del pacifismo dovuta  alle scelte del "governo amico". Quest'ultimo aveva prodotto molte nefaste conseguenze: il voto favorevole alla guerra in Afghanistan e alla base Dal Molin, condiviso da Rifondazione al governo e giustificato dalle maggiori associazioni vicine al centrosinistra come ARCI e CGIL. A sua volta  questi processi travolgono la precaria unità durata alcuni anni nel movimento dei social forum dove attorno al NO ALLA GUERRA SENZA SE E SENZA MA si erano incontrati sia moderati che radicali.  L'asservimento della sinistra italiana alla NATO diventa ormai insostenibile per i settori radicali del movimento, così Bastaguerra, social forum nazionale, si svuota perchè si svuotano i vari social forum dopo le spaccature tra associazioni pro governo e quelle anti governo. I partiti come Rifondazione e comunisti Italiani escono di scena dalle sedi del movimento perchè hanno tradito il loro ruolo di rappresentanti del NO ALLA GUERRA e vivono una crisi verticale di consenso. 

 I pezzi che resistono sulla scena politica dopo la crisi dei social forum producono alcune iniziative rilevanti tra cui soprattutto la manifestazione contro Bush e le carovane contro la guerra legate alla legge di iniziativa popolare contro le basi militari. Iniziative svolte senza e contro i partiti di governo, senza e contro le associazioni amiche del governo tra cui i sindacati confederali. Alla fine questi percorsi porteranno alla costituzione del Patto permanente contro la guerra che si rivelò all'inizio una buona scelta organizzativa, foriera di potenziali sviluppi.

 Ma purtroppo le divisioni interne tra i vari gruppetti e grupponi politici che la componevano condussero al naufragio questa esperinza, viziata da politicismo e autoreferenzialità dei vari componenti: differenti fazioni trozkiste con differenti rapporti con Rifondazione, rivalità tra Cobas e Disobbedienti, contrasti tra Cobas e altrisindacati di base con la rete dei comunisti, gruppettarismo esasperato. Credo ch una futura auspicabile rifondazione dei movimenti dovrebbe partire da una anlisi degli errori compiuti e dei successi che, nonostante tutto, la partecipazione popolare continuò a produrre ancora per qualche tempo, fino ad esaurire la prorpia spinta per mancanza di un punto di riferimento nazionale organizzato e per il crollo di molte speranze.

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